Quante fette biscottate si possono mangiare? Ecco come inserirle nella dieta

Le fette biscottate rappresentano un classico della tradizionale colazione italiana. Di base sono preparate a partire da un impasto grezzo di farina di grano duro, ed una volta pronte, le accompagniamo tipicamente con: marmellate, creme spalmabili, miele oppure mangiate al naturale. Spesso vien da chiedersi: “ma quante fette biscottate si possono mangiare?”.


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Per ottenere questo alimento, delle normalissime fette di pane vengono tagliate e subiscono un doppio processo di cottura. La maggior parte dei dietologi consiglia di non consumarle se si sta procedendo con una dieta ipocalorica. Ma è effettivamente corretto? Vediamo insieme quante se ne possono mangiare:

quante fette biscottate si possono mangiare

Ecco quante fette biscottate si possono mangiare:

Come detto in precedenza, per ottenere le fette biscottate, il pane viene tagliato e le fette che si ottengono vengono cotte e poi nuovamente ricotte. Per la preparazione di questo alimento, si usa di base il pane lievitato. Quest’ultimo è spesso addizionato con: malto d’orzo, grassi vegetali, zuccheri e farina di frumento maltato.

La combinazione di questi ingredienti ha il fine ultimo di addolcire il prodotto in questione. Inoltre, serve anche a dare la tipica croccantezza delle fette biscottate, la percezione di leggerezza e nonché il tipico colore ambrato di cui si caratterizzano. Quando le si compra, è sempre importante leggere l’etichetta dei valori nutrizionali.

Generalmente, per ogni 100 grammi di prodotto, sono contenute circa 407 kcal e 7 grammi di grassi (di cui 1,4 grammi di acidi grassi saturi). Inoltre, sono presenti circa 72 grammi di carboidrati e 14 grammi di proteine. Il contenuto di fibre dipende, invece, dalla tipologia di fetta biscottata, in quanto quelle integrali ne hanno un apporto sicuramente più elevato.

Tipicamente sono consumate durante la prima colazione, che sappiamo essere il pasto più importante della giornata. I nutrizionisti tendono a non consigliare questo prodotto per la colazione, in quanto ricco di zuccheri ad alto indice e carico glicemico. Si tratta di zuccheri che verrebbero assorbiti rapidamente, causando quel che è tipicamente chiamato come picco glicemico.

Di conseguenza, seguirebbe una veloce secrezione di insulina che potrebbe portare ad una veloce discesa della glicemia. Gli effetti sarebbero: fame, sonno, stanchezza, irascibilità e nervosismo ed anche una scarsa concentrazione. Nel caso in cui le si voglia integrare all’interno della propria alimentazione, è importante non eccedere.

Si consiglia, infatti, di non consumarne più di 2 o 3 al giorno, non andando a compromettere uno stile di vita sano. Inoltre, è importante ricordare di abbinarle ad altri tipi di alimenti così da garantirsi la ricezione delle altre macromolecole, praticando così una dieta equilibrata.

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